TAMARA DE LEMPICKA

Tamara de Lempicka, polacca di nascita e adottata dal mondo.

Rappresenta come nessuno ha saputo fare donne, uomini, abiti, usi e vita degli anni '20 e '30.

Immagini decise, reali, quasi vive, dotate di una seducenza non banale e contemporaneamente di una conturbante sensibilità.

Unica ed irripetibile.

6 commenti:

marco ha detto...

sono andato alla mostra a milano a ottobre, mi ha impressionato per la freddezza e l'infelicità che deve aver provato. almeno questo è quello che mi ha comunicato.
una pittrice davvero intensa, originale e padrona della sua tecnica, ma mi sembrava come se dipingesse per un triste ozio.
mostra bellissima.

alessandra ha detto...

concordo in parte con te... melanconica più che infelice direi... io la adoro perchè anche in una immagine "triste" riesce a far trasparire passione...non trovi?

marco ha detto...

oh sì... ho visto quel dipinto di stanza d'albergo, nessuna figura, solo la stanza col mobilio. fa venire il groppo in gola.

alessandra ha detto...

ammetto di non aver mai visto il dipinto che tu mi hai citato... vorrei vederlo... puoi aiutarmi in qualche modo?

marco ha detto...

Ho fatto una ricerca su internet senza frutto.
Ricordo di aver letto sulla nota del quadro qualcosa a proposito del fatto che a causa del so essere una sradicata, l'autrice era familiare con l'estraneità e la freddezza di una camera d'albergo.

Noto che sono conosciuti e di facile reperibilità le immagini più iconiche delle sue, quindi è possibile che quel quadro non sia l'unico con quel tipo di soggetto: non lo so.

te lo descrivo, per quanto mi ricordo: piccole dimensioni (credo non più di 60 x 50 cm) toni lattiginosi, domina un bianco / grigio, poi un violetto spento
e un verde miseria... (diciamo un verde sporco molto chiaro).

una consolle/peigneuse con le zampe ricurve, una sedia, credo una finestra di balcone, forse una porta.

Puo' darsi che abbia ragione tu, sul fatto che fosse più malinconica che infelice, magari la mostra caricava un po' l'aspetto della donna del bel mondo che dipinge quasi più per vezzo (per liberarsi dal ruolo di bell'oggetto o da un ruolo qualsiasi) che per vera ricerca artistica.
Fatto sta che la mostra, e spero di rivedere i suoi quadri dal vero presto, mostrava una concretezza / lucidità e per contrasto un bisogno di fuga quasi crudeli.

alessandra ha detto...

grazie... vedrò di fare una ricerca in libreria o in biblioteca...sono troppo curiosa! Effettivamente danno sempre più spazio (ed importanza) alle immagini umane, o al massimo ai fiori!! Sbagliando...
Mi fa'molto piacere vedere il tuo interesse nel mio blog.
un bacio.